Vorlage:1928 Rezensionen Liturgische Bildung
Aus Romano-Guardini-Handbuch
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- [1928-049] [Italienisch] Mario Puglisi (Pico): Literaturbericht (Rezension zu: Guardini, Liturgische Bildung), in: Bilychnis. Rivista di studi religiosi, hrsg. von der Fakultät der „Scuola teologica battista“ in Rom, 31, 1928, 1, S. 63 [neu aufgenommen] - [Rezension] - https://books.google.de/books?id=0qPco1lvLAYC oder https://books.google.de/books?id=ikjvg2bsN1oC oder https://books.google.de/books?id=0qPco1lvLAYC; zu Romano Guardini:
- S. 63: “Per i gesuiti invece [sic!], rappresentati da Romano Guardini, il culto non gravita tanto su l'opera trasformatrice del mistero, quanto su la educazione morale. Mensching ci invita quindi a seguire un confronto chiaro e sereno tra concezione cattolica e conce- zione protestante del rapporti tra uomo e Dio, virtù umana e peccato, dottrina della grazia e dottrina della salvezza, dottrina del naturale e del soprannaturale, del sacerdozio e del laicato, facendo emergere le profonde ragioni delle differenze tra i due culti. L'opuscolo, diviso in due parti ed in un capitolo finale, tratta nella prima dei rapporti tra credenza e culto, nella seconda della pratica del culto; nel capitolo finale poi sono messe in evidenza le origini e le ragioni di contrasto tra culto cattolico e culto protestante. Mi limito solo ad avvertire, seguendo le traccie di Menshing, la preoccupazione che si à da molte parti di ripudiare ogni ombra di subiettivismo, pervenendo a negare la possibilità ai singoli, anche dotati di doni carismatici, di un Propagare il pneuma del Cristo. Da ciò una limitazione nella diretta comunicazione, postulata per es. Dalla preghiera tra i singoli e Dio. ROMANO GUARDINI (Liturgische Bildung, Mainz 1925) per il quale il culto à predominantemente, come ò detto un carattere pedagogico, domanda che ciascuno tenda nella preghiera ad allargare il proprio io, superando la soggettività, per mettersi nelle grandi comunità della Chiesa. L'individualismo religioso afferma invece doversi in tal modo escludere che il singolo possa, come tale, partecipare alla grazia divina, se è solo come membro della visibile comunità della Chiesa e nel suo culto che la grazia si man festa.“